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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al Birrificio Altavia con un’intervista a Giorgio Masio ( www.birrificioaltavia.it ).

 

 

Con il birrificio Altavia rischio il conflitto di interessi non perché sia da loro pagato ma perché stanno in località Badani vicino al Sassello e lì tutti si chiamano Badano, Giacobbe e Dabove! Oltretutto la cosa si aggrava quando affermo, per fortuna non solo io, che questi ragazzi rappresentino uno dei più fulgidi esempi di qualità e costanza che il nostro panorama birrario, di per sé già ben ricco, sappia oggi offrire. Lascio la parola a Giorgio Masio. Tranquilli, sua madre di cognome fa Badano!

Come e perché avete iniziato la vostra avventura.

Passione sicuramente ma il passo decisivo è stato la partecipazione a ReStartApp, il campus di incubazione d’impresa della Fondazione Garrone che ogni anno seleziona le migliori idee d’impresa per le zone montane d’Italia. La passione ha trovato consapevolezza d’impresa.

Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?

Direi che il nostro parco birre parla chiaro, la bassa fermentazione è sempre stata nel nostro DNA, i pomeriggi da Monchsambacher, Knoblach e Griess per stare nell’olimpo francone, ma senza fare troppi km le birre di Birrone prima e poi qualche anno dopo Elvo, non ci hanno fatto rimpiangere i viaggi oltralpe e sono state fonti di studio e grandi bevute. Non nascondiamo però che la folgorazione artigianale è arrivata ad inizio anni 2000 con il luppolo: Zona Cesarini di Toccalmatto rimane la birra con cui è nato l’amore per il mondo craft.

Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.

Diciamo che essendo passati solo pochi anni non vi sono enormi differenze come si potrebbero leggere su birrifici più longevi. Di sicuro il contesto attuale è ricco di dati discordanti e non univoci, per navigare in questo mare ci vogliono idee e progetti precisi e ben ragionati sia su dimensioni, target e modalità di vendita. Dal punto di vista dei prodotti sicuramente possiamo notare in questi anni una rivendicazione delle birre a bassa fermentazione di qualità. Nel 2020 parlare di lager nel mondo craft non è più una bestemmia.

 

 

Avete qualche sassolino nelle scarpe?

Per ora ne abbiamo accumulati pochi, aspettiamo che ce ne siano ancora un po’ prima di lanciarli…

Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?

Sicuramente la passione per questo lavoro, senza quella non si troverebbero le forze a volte per aprire la porta del birrificio al mattino presto e chiuderla a sera inoltrata. Le nostre prospettive sono di investire ancora tanto sulla filiera agricola, siamo già a buon punto per il malto ma sicuramente sul luppolo ci vorrà ancora tanto lavoro e poi incentivare con la nuova tap room a bere sempre di più Altavia venendoci a trovare qui a Badani (Sassello).

Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”.

Nigredo di Birrificio Italiano

+Info: www.birrificioaltavia.it

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Rubrica Birrifici Emergenti 2008-2018 by Kuaska

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