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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al Birrificio Vetra con un’intervista a Matteo Tettamanzi ( vetra.beer/).

 

 

Il Birrificio Vetra di Caronno Pertusella nel varesotto si è subito distinto per l’impronta imprenditoriale con idee chiare sulla capacità dell’impianto e sulla filosofia e qualità delle birre affidando la produzione al talentuoso Stefano Simonelli, birraio giovane ma già carico di esperienze in birrifici precedenti mentre il ruolo di operations manager è stato affidato a Matteo Tettamanzi che ringrazio per avermi fornito l’intervista di Stefano. La loro Pils è già un punto di riferimento per molti consumatori. Tutto qui è curato nei minimi particolari e quindi non stupisce il primo premio conquistato nel concorso per la miglior etichetta organizzato da Craft Beer Italy.

Come e perché avete iniziato la vostra avventura.

Faccio birra dal ’99 (un po’ per colpa di mia madre, che mi convinse a partecipare a un corso di degustazione), ma l’idea di Vetra nasce nel 2015, una sera in Piazza Vetra. Serata devastante tra amici, alla milionesima birra ci siamo detti: dobbiamo fare il nostro birrificio. Anche perché se andiamo avanti così spendiamo tutto lo stipendio al bar. Scherzi a parte, quella serata ha ispirato il posizionamento di Vetra, #birradistrada: birre che nascono dalle nostre esperienze, facili da bere, per tutti.

Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?

Birrificio Italiano per l’iniziazione birraria, Orval per aver “alzato l’asticella” e Thornbridge per aver fatto delle birre di enorme spessore senza mai perdere la finezza.

 

 

Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.

Chi allora si intendeva di birra era meno ossessionato dei “geek” di oggi. Ci si trovava in birreria principalmente per divertirsi, per passare una bella serata. C’erano meno spine da cui scegliere, ma qualcosa di buono lo si trovava comunque.

Oggi il livello si è alzato di molto, c’è molta più birra buona, ma il movimento paradossalmente è ancora rimasto un po’ chiuso su sé stesso. C’è ancora tanto da fare, soprattutto per portare tutta questa birra a più persone possibili, altrimenti continuiamo a fare la guerra tra birrifici contendendoci fette sempre più piccole della stessa torta.

Avete qualche sassolino nelle scarpe?

Quante pagine ho a disposizione? Ne cito una che, più che altro, mi sembra un controsenso: non sopporto chi critica una birra perché “la vedo troppo in giro”. Perché rendere la birra un prodotto esclusivo, cioè “escludere” persone dal poterla bere? Penso che includere sia un atteggiamento molto più positivo.

Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?

È passato molto tempo da quando ho cominciato a bere e fare birra, ma ancora mi diverto tantissimo, e questa è la cosa più importante. Per quanto riguarda Vetra siamo solo all’inizio del nostro percorso: il progetto è ambizioso, abbiamo investito tanto su impianto e cantina e le prospettive si riassumono in quattro semplici parole: produrre sempre più birra.

Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”.

C’è stato un momento in cui ho detto “diamine! Questa avrei voluto farla io!!”. È stato quando un importatore di birra è passato nel birrificio dove lavoravo e ci ha lasciato una nuova bottiglia che stava decidendo di distribuire in Italia. Era una XX Bitter

+Info: vetra.beer

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Rubrica Birrifici Emergenti 2008-2018 by Kuaska

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