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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato a Batzen Brau di Bolzano con una intervista al fondatore Robert “Bobo” Widmann ( www.batzen.it ).

 

 

Se volete passare un bel weekend e non avete assillanti problemi di dieta e soprattutto un fegato allenato, fate un salto in centro a Bolzano, nel brewpub Batzen Bräu, nato nel 2012. La prima volta che feci la conoscenza di Robert “Bobo” Widmann, il suo birraio Christian “Pitch” Pichler, la sua birraia Alice Benecchi e il suo entourage, fu in un viaggio in Belgio per il Brassin Public Cantillon. Mi aspettavo un gruppo serioso e composto che parlando perlopiù in tedesco, restasse un pò isolato dagli altri partecipanti, provenienti da tutta Italia. Invece ho scoperto dei “caciaroni”, sempre pronti a ridere e divertirsi che, grazie ad un’innata simpatia e contagioso entusiasmo hanno contagiato e trascinato tutto il gruppo. Da allora, il nostro rapporto divenne stretto e carico di stima ed affetto reciproci. Sentiamo Bobo come abbia risposto alle mie domande.

Come e perché avete iniziato la vostra avventura.

Sono sempre rimasto affascinato dal lavoro artigianale, veder nascere il prodotto dalle proprie mani e soprattutto poter mettere tutta la passione per realizzare qualcosa di reale.

Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?

Negli anni ’80 ho viaggiato all’estero nel momento in cui iniziavano a nascere diversi birrifici artigianali, con la caduta della “cortina di ferro”, ho potuto visitare il mitico birrificio di Praga U Fleku di cui ricordo ancora il meraviglioso sapore della sua birra scura. È stato in quegli anni che ho maturato l’idea di poter fare birra.

Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.

All’epoca, in Italia, non c’erano birre artigianali, esistevano solo quelle industriali tutte filtrate e di colore giallo paglierino. Solo attraverso I miei viaggi ho potuto apprezzare la bontà della birra artigianale e la varietà dei suoi colori, sapori e consistenza. Oggi ci sono mastri birrai altamente qualificati le cui specifiche competenze gli permettono di alzare l’asticella verso nuove frontiere.

 

Avete qualche sassolino nelle scarpe?

Nell’immaginario collettivo della mia regione, pur essendo la birra un prodotto conosciuto da tempo, essa resta per troppa gente un prodotto “standard” con caratteristiche immodificabili. Questo lo ritengo un limite.

Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?

Creare sempre qualcosa di nuovo, alla ricerca della ricetta “perfetta”… che non esiste! Sono questi I principali stimoli per andare avanti. Assistiamo inoltre ad una crescente richiesta di birre artigianali e l’obiettivo sarebbe anche quello di soddisfarle tutte. La cultura stessa della birra si è diffusa e troviamo interessante lo scambio di idee a livello internazionale.

Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”.

Non invidiamo nessuno per le loro ricette… l’invidia semmai sta nel fatto che non riusciamo a bere tutte le buonissime birre prodotte dagli altri, in tutto il mondo.

+Info: www.batzen.it

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Rubrica Birrifici Emergenti 2008-2018 by Kuaska

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