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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al Birrificio Hammer con un’intervista a Fausto Brigati ( www.hammer-beer.com )

 

 

La partenza di Marco Valeriani, unico a vincere due volte il premio di Birraio dell’Anno, per formare il suo birrificio Alder, non ha sostanzialmente cambiato la filosofia della famiglia Brigati che a Villa d’Adda nella bergamasca, continua a produrre grandi birre griffate Hammer. Lascio la parola a Fausto Brigati, da sempre appassionato della nostra sacra bevanda.

Come e perché avete iniziato la vostra avventura.

Hammer nasce nel 2015 dalla passione per la birra di Fausto Brigati, che accomuna tutta la famiglia e nella fattispecie lega i soci fondatori Roberto Brigati e Angelo Brigati. A seguito di numerosi viaggi, dopo aver osservato da vicino vari birrifici nazionali ed internazionali, abbiamo deciso di avviare una realtà produttiva tutta nostra, perché crediamo ferma- mente che l’amore e la passione per la birra siano contagiosi.

Il progetto si basa sulla produzione di birre originali, di carattere, le cui peculiarità sono la qualità e la bevibilità, per abbracciare e dialogare con lo scenario mondiale, rispondendo con  l’eccellen-za alla richiesta del meglio nel campo birrario. Ci aspettiamo il massimo da tutto ciò che facciamo. Freschezza, i più alti standard qualitativi, artigianalità e spirito innovativo caratterizzano tutte le birre in produzione. Pertanto, tutte le nostre produzioni sono e saranno il frutto della sintesi di intuizione, sperimentazione di nuovi ingredienti, condivisione e professionalità tecnica.

ll nostro logo si ispira al fascino del fatto a mano, il confronto continuo del lavoro artigianale, gli ingredienti più diversi, la rielaborazione creativa delle tradizioni, l’unicità e la personalizzazione del prodotto. Abbiamo inoltre voluto ispirarci come modello di branding ad un marchio a fuoco usato sovente in passato, ma ancora in auge come simbolo e garanzia di qualità in diversi ambiti. Il nostro scopo è sempre stato quello di giocare tra italianità ed internazionalità pur mantenendo forte il richiamo al made in italy, per altro presente anche nel logo: ’Italian Craft Beer’.

Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?

Inizialmente per la produzione delle nostre birre ci siamo ispirati soprattutto ad alcuni birrifici americani che secondo noi incarnavano la nostra idea di stile. Per fare alcuni nomi, per esempio abbiamo preso spunto da produttori come The Alchemist e Russian River.

Man mano che abbiamo aumentato la produzione ci siamo poi rivolti a modelli europei, iniziando a produrre anche varie basse fermentazioni, dando vita a birre come Pils e Schwarz, che appartengono al mondo tedesco.

 

 

Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.

Rispetto a qualche anno fa, il mercato della birra artigianale è cresciuto in maniera esponenziale, così come è aumentata da parte dei consumatori la richiesta di prodotti di maggiore qualità. Pertanto, dal 2015 ad oggi, abbiamo sviluppato un sistema di controllo sempre più capillare in ogni fase della produzione, sia a livello tecnologico che operativo.

Negli ultimi tempi è aumentata molto anche la richiesta di stili di birra differenti rispetto a qualche anno fa. Per sopperire a queste esigenze, abbiamo evoluto la nostra produzione inserendo birre sempre diverse, studiate attraverso nuove ricerche ed esperienze.

Un’altra importante differenza rispetto a quando siamo partiti è l’utilizzo sempre più ampio di internet e dei social network anche in campo birrario, che a nostro parere rappresentano la croce e delizia di questo settore, permettendo, da un lato una più facile e veloce diffusione del pensiero e del lavoro di un birraio, ma dall’altra una più semplice critica da parte dell’utente finale.

Avete qualche sassolino nelle scarpe?

Come sassolino nelle scarpe potremmo dire che quello che ancora oggi ci manca è un locale di nostra proprietà, progetto a cui stiamo lavorando da qualche tempo.

 

 

Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?

Quello che ci consente di proseguire nella nostra avventura è la grande passione che da sempre abbiamo messo nel nostro lavoro.

Per il futuro la nostra intenzione è quella di continuare a mantenere la produzione in maniera costante, mantenendo lo stesso impegno che fin dall’inizio ci ha permesso di esprimere il nostro pensiero e la nostra filosofia attraverso la birra. Quello che ini- zialmente era solo un sogno, si è adesso trasformato in realtà e pertanto , tutto quello che ci aspettiamo è di continuare a fare in modo che chi fino ad oggi ha potuto apprezzare e amare le nostre birre, possa continuare a farlo insieme a noi.

Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”.

Le birre che invidiamo ai nostri colleghi sono tutte e nessuna. Ogni volta che creiamo una nuova ricetta, lo facciamo prendendo spunto da tutta una serie di esperienze che fino a quel momento ci hanno ispirato, sia interne al nostro birrificio che esterne. Possiamo quindi affermare che non esiste una birra in particolare che invidiamo, e allo stesso tempo traiamo spunto da tutte le birre con cui ci confrontiamo.

+Info: www.hammer-beer.com

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Rubrica Birrifici Emergenti 2008-2018 by Kuaska

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