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Lorenzo Dabove (in arte Kuaska), il più grande esperto di birre artigianali in Italia, ha condotto per conto di Beverfood.com un’ampia panoramica sui microbirrifici emergenti in Italia dal 2008 al 2018, intervistando i titolari/fondatori di ciascun Birrificio. Questo articolo è dedicato al Birrificio di Sorrento con una intervista ai fondatori Giuseppe Schisano e Francesco Galano. www.birrificiosorrento.com

 

 

I due cognati sorrentini Giuseppe Schisano e Francesco Galano costituiscono una coppia affiatata e perfettamente assortita, fattori che hanno giocato un ruolo decisivo nello sviluppo e nel successo del loro Birrificio di Sorrento, nato come beer-firm nel 2008 e diventato birrificio dapprima con un piccolo impianto a Massa Lubrense e poi, anche, nel 2017 con uno più grande, proprio a Sorrento.

Idee chiare, piedi per terra, umiltà, capacità imprenditoriale, laboratorio interno, ecco le parole chiave della loro crescita professionale e qualitativa. Passo la palla a Giuseppe che sarà felice di raccontare la loro bella storia.

Come e perché avete iniziato la vostra avventura.

Abbiamo cominciato come Homebrewers e fin da subito abbiamo cullato il sogno di aprire un birrificio artigianale. Il nostro territorio ha una forte vocazione turistica ma comporta anche costi alti per attività come la nostra. Non sarebbe stato possibile avviare ciò che abbiamo realizzato se non avessimo tenuto in considerazione la realtà da cui partivamo. Il nostro credo è sempre stato quello di puntare sulla qualità e sulla territorialità e per far ciò abbiamo dovuto studiare e continuiamo a farlo.

Nel 2009 siamo partiti come beer firm e in 4 anni non siamo mai mancati ad una sola cotta… sempre presenti! La nostra prima Birra è stata la Syrentum una Birra Chiara con bucce fresche di limoni di Sorrento IGP e nel 2010 nacque la Minerva Birra Ambrata con bucce fresche di Arance di Sorrento. Le Birre furono apprezzate e nel 2013 decidemmo di fare uno sforzo in più e di installare un piccolo impianto in penisola Sorrentina. Un impianto di terza mano, da 3 hl, caricato in un piccolo furgone e rimontato pezzo per pezzo in un locale da 65 mq a Massa Lubrense. Un impianto piccolo ma che ci ha permesso di far crescere le nostre Birre in qualità e in tipologie ricevendo riconoscimenti e soddisfazioni. Sempre più spesso il Birrificio è diventato meta di visite di appassionati e curiosi con veri e proprio viaggi organizzati. Ma le piccole dimensioni dell’impianto di Massa Lubrense hanno sempre un pò sacrificato l’aspetto “esperienziale” della Birra Artigianale. Il passo successivo era quello di un impianto produttivo che potesse aumentare la produttività e la qualità delle Birre.

Si rendeva necessario un nuovo stabilimento con nuove tecnologie e attrezzature ma oltre a ciò volevamo creare una struttura dove il visitatore potesse immergersi a 360° gradi nell’esperienza Birra. Dove potesse vedere uomini e impianti all’opera. Dove potesse comprendere i nostri sforzi nella ricerca osservando gli studi fatti nel nostro laboratorio di microbiologia, dove alla fine del percorso potesse provare il risultato finale del progetto degustando le birre magari accompagnate da qualche eccellenza gastronomica della nostra Terra. È proprio  con queste caratteristiche che nel 2018 abbiamo dato vita al BIRRIFICIO SORRENTO EXPERIENCE a pochi passi dal centro di Sorrento. È stata una crescita continua e costante, a piccoli passi, e probabilmente il meglio ancora deve arrivare. Attualmente nel nostro laboratorio di microbiologia, tra le altre attività, stiamo selezionando lieviti prelevati dalle bucce degli agrumi.

Quali birre/birrai/birrifici, sia italiani che stranieri, sono stati la vostra fonte d’ispirazione?

La fonte d’ispirazione iniziale sono stati sicuramente i birrifici belgi e i primissimi birrifici artigianali italiani. Nella nostra storia ha svolto un ruolo tanto fondamentale quanto inconsapevole, il Birrificio Belga De Ranke. I primi studi di fattibilità per aprire un Birrificio ci palesarono le difficoltà, di cui abbiamo parlato prima, e stavamo per rinunciare. In seguito, partecipando ad una delle prime edizioni de “il Villaggio della Birra” (Dio salvi Gianni Tacchini) degustammo le ottime Birre di Nino Bacelle (De Ranke) che ci spiegò che non aveva un impianto di proprietà ma che produceva su impianti di altri. Si poteva quindi iniziare a produrre dell’ottima Birra “rimandando” l’investimento dell’impianto. Questo ci diede una nuova iniezione di entusiasmo e partimmo con la nostra avventura. Le ispirazioni iniziali furono queste poi i tempi cambiano, ti evolvi, le tue conoscenze si allargano ma la tua sete di conoscenza non si placa per cui ti apri alla conoscenza a 360°, cerchi di conoscere il più possibile. Credo che chi ama ed ha passione per un mondo così ampio è molto limitante essere un “integralista” in quanto ti preclude gran parte di un affascinantissimo universo.

 

 

Differenze, nel bene e nel male, tra l’epoca della vostra partenza e quella attuale con particolare riferimento all’aria che tirava e che tira oggi.

Dieci anni fa si era in pochi, si respirava passione vera in quanto il mercato era pressoché di appassionati e il consumatore medio a stento capiva quello che facevamo. Da una parte ti venivano perdonati più facilmente errori di “inesperienza” ma dall’altra non era semplice far capire il valore delle Birre Artigianali al grosso del mercato. Oggi c’è tantissima confusione non solo tra industriale e Artigianale ma anche tra le stesse Artigianali. Il mercato sicuramente è cresciuto ma è cresciuto a dismisura anche il numero dei marchi di Birra e distinguersi è sempre più difficile.

Avete qualche sassolino nelle scarpe?

Ciò che conta è lavorare con impegno, dedizione e intelligenza seguendo la propria strada, saranno i tuoi stessi successi a far “schiattare” gli invidiosi e i detrattori.

Cosa vi fa andare avanti e quali sono le prospettive future?

In questa avventura ci abbiamo sempre creduto e ci abbiamo speso sudore e soldi. Portare avanti attività del genere in Italia non è per niente semplice. Fortunatamente non sono mai mancati gli apprezzamenti ai nostri prodotti e questo è importante. Le nostre Birre sono ben recepite anche dai consumatori internazionali e quindi è naturale cercare di crescere in questa direzione. Sempre senza fare il passo più lungo della gamba. Dobbiamo sempre far crescere proporzionalmente la produzione e la qualità. Puntiamo molto anche sul turismo esperienziale per il quale ci siamo attrezzati e spero in un prossimo futuro di poter specializzare gli impianti verso produzioni diverse destinando quello di Massa Lubrense a produzioni in botti.

Una battuta per concludere: “Quale birra avreste voluto creare voi e che invidiate ai vostri colleghi, sia italiani che stranieri?”

Tutte quelle birre a bassa fermentazione o a fermentazione spontanea che mi emozionano!

A cura di Lorenzo Dabove in arte Kuaska

+Info: www.birrificiosorrento.com

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Rubrica Birrifici Emergenti 2008-2018 by Kuaska

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