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La campagna toscana, uno splendido mulino a vento, arredamenti rustici e atmosfera familiare, ingredienti genuini e a km 0, la deliziosa cucina di Mirko Margheri e una gran bella novità… Sulle colline del Chianti Rufina, sulla sommità del colle di Montefiesole e ad appena 18 km da Firenze, esiste un’oasi verde all’insegna dell’evasione e dell’autenticità.

La Fattoria Lavacchio e il suo ristorante “Mulino a Vento”, diciamolo subito chiaramente, offrono un vero e proprio assaggio di Toscana. Di quella vera, reale, georgica. Dagli ottimi vini prodotti in loco ai piatti forti della tradizione, con le materie prime dei propri terreni mixate e rivisitate in stile contemporaneo. Un locus amoenus ciceroniano, nascosto e protetto da vigneti, orti e oliveti, esattamente quelli che sono gli attori principali della cucina di Mirko Margheri. Già, perché il suo concept mira proprio a regalare ai commensali un’esperienza di toscanità a 360°. Non è stata casuale, d’altronde, la scelta fatta dai Lottero (famiglia genovese che nel lontano 1978 ha acquistato questa ridente proprietà) di affidarsi a uno chef nato e cresciuto proprio in zona che, dopo una serie di esperienze in Italia e all’estero, è tornato nella sua terra d’origine e nel suo luogo del cuore.

Tortellino 2.0

Diventa facile, così, capire come mai proprio la memoria sia la Musa ispiratrice che si cela dietro ai suoi piatti eleganti e al contempo moderni, in primis nella sua versione dei tortellini panna e prosciutto (il “Tortellino 2.0”). Una carezza più che una semplice portata, il ricordo della nonna che oggi Margheri riesce a far rivivere in modo emotivo e appassionante. Insieme alla memoria, d’altronde, un’altra delle parole che caratterizza la proposta del Ristorante “Mulino a Vento” è l’aurorale meraviglia, espressione rubata al celebre poeta Pascoli che spiega bene quella gioia improvvisa e incontenibile che si prova nello scoprire da piccolo qualcosa di nuovo: in questo caso, le verdure e la frutta concessegli direttamente dalla natura circostante, essenze e sapori che Margheri sente suoi ed esalta dall’antipasto fino al dolce. Così come le carni, attentamente selezionate dalle macellerie più vicine per porre sul tavolo ogni giorno la massima qualità e freschezza. Lo si capisce bene nella “Declinazione di Coniglio” (cosciotto con zucca e caprino, lombo ai pomodorini secchi in verza, carrè alle mele e alla cannella), una sublimazione di questa versatile carne bianca in tre varianti molto diverse tra loro. O ancora nel “Galletto in due cotture” (il petto con bardiccio ed erbe, il cosciotto coi suoi fegatelli, porri e pecorino). Sono queste le premesse di una cucina toscana reinterpretata e distintamente attualizzata, che presta massima attenzione alla stagionalità e alla cultura del territorio, oltre a mantenere intatte le sue radici nella cultura popolare contadina. Perché, così facendo, si garantisce in tutte le ricette l’amore per il buon cibo, per la Toscana e anche per la famiglia, visto che a completare un affiatatissimo team di lavoro con lo chef è proprio sua moglie, Francesca Di Coste, abile Sommelier e accogliente responsabile di sala.

Francesca Di Coste, Sommelier e Responsabile di Sala

Non solo buon cibo, poi, perché Mirko e Francesca hanno fortemente voluto inserire nel loro menù anche i pregiati vini dell’azienda, studiando abbinamenti capaci di esaltare tanto il piatto quanto il calice: è immediato il collegamento col floreale vino bianco “Pachar IGT Toscana 2018” (70% Chardonnay, 20% Viognier, 10% Sauv. blanc) al fianco dell’antipasto a base di piccione di Vallombrosa, oro del cedro, cosciotto e sedano rapa.  Parliamo, ovviamente, di quelle etichette Lavacchio che col tempo si sono fatte apprezzare non solo a Firenze, ma in tutto il Paese, tra le quali spiccano anche il “Puro”, un Chianti senza solfiti aggiunti e il Cru di Chianti Rufina “Ludiè”, da uva sangiovese di vecchie vigne. Nella Fattoria si trovano infatti ben 30 ettari di vigna e 45 di oliveto, il contorno ideale per l’agriturismo che completa i 110 ettari di proprietà della famiglia Lottero, pronto ad accogliere visitatori da ogni parte del globo con tre soluzioni di vacanza differenti: 15 tra camere e suite, 5 appartamenti con angolo cottura e una villa con piscina privata. Senza dimenticare infine la Bottega, un circuito di valorizzazione delle eccellenze del territorio che arricchisce ulteriormente una giornata nel “mondo Lavacchio” dedicando una gran bella vetrina alle aziende agroalimentari e alla creatività degli artigiani locali.

 

Che dire di più? La chiosa, non certo per minor importanza, è la grande novità con cui il Ristorante “Mulino a Vento” ha voluto ampliare la sua già esaustiva offerta: una cena esclusiva all’interno del mulino che padroneggia questa meravigliosa vallata quale storico simbolo di tutto il territorio. Un'(altra) esperienza ibrida tra ruralità e cura dei dettagli, in quello stesso contesto originale del XIX secolo ispirato agli antichi progetti di Leonardo da Vinci. Dove il fascino di uno spazio rustico e secolare si sposa alla perfezione col sentimento racchiuso in ogni piatto dello chef Mirko Margheri. Con un unico tavolo e un cameriere sempre a disposizione e in continuo contatto col ristorante, per una serata speciale che si preannuncia sicuramente indimenticabile.

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Rubrica The Drinking Tourist

Viaggiare bevendo, bere viaggiando. Perché un cocktail ha il mondo dentro… e va degustato! The Drinking Tourist è un viaggio senza bandiere tra craft beer, vini e drink all’avanguardia. Un percorso infinito alla scoperta delle realtà alcoliche più rivoluzionarie e interessanti del panorama italiano e internazionale. Di Paese in Paese, di continente in continente, ma in ogni caso sempre con un bicchiere ben stretto in mano.
Articoli del nostro giornalista Giacomo Iacobellis

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