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Relax, camminate, sport di montagna e… buon vino. Il Südtirol, tra i suoi tanti vanti, è anche la terra di vigneti di livello assoluto. Tra le (numerose) eccellenze vinicole della regione, ce n’è una che ha alle spalle quasi 800 anni di storia. Parliamo di “Castello Rametz”, storica tenuta nel comune di Merano già menzionata nel lontanissimo 1227 come possedimento significativo nel campo della viticoltura e che, dal 1860, ha portato per prima in Alto Adige la vite del Pinot Nero.

 

La collina morenica sulla quale è costruita, particolarmente ricca di minerali, contribuisce infatti, insieme all’ideale microclima della conca meranese e alla coltivazione delle viti a sistema guyot, a produrre uve di particolare pregio che ancora oggi vengono sapientemente trasformate, attraverso i più moderni mezzi enotecnici, in vini di alta qualità e prestigio. Oltre a Pinot Nero, i vitigni che contraddistinguono la produzione di “Castello Rametz” sono il Riesling Renano, il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon per un’ampia offerta commerciale che spazia tra importanti rossi quali il Gaiolo Merlot-Lagrein Alto Adige DOC”, il Pinot Nero A.A. DOC”, il Pinot Nero A.A. DOC Castello”, il Pinot Nero A.A. Doc Castello”, il Pinot Nero A.A. DOC Riserva”, il  Cabernet A.A. DOC Castello”, il Cabernet A.A. DOC Riserva” e lo Schiava A.A. DOC”, freschi bianchi come lo Chardonnay IGT Césuret”, il Gaiolo Cuvée Bianco IGT”, lo Chardonnay A.A. DOC”, il Traminer Aromatico A.A. DOC”, il Riesling A.A. DOC”, il  Pinot Grigio A.A. DOC”,  il Sauvignon A.A. DOC”, il Trentino Traminer Aromatico DOC” e il Pinot Bianco Trentino DOC” e appassionanti spumanti come lo Spumante Castel Monreale Brut”, lo Spumante Castel Monreale Extra Brut”, lo Spumante Castel Monreale Rosé” e lo Spumante Club Cuvée”. Tutti realizzati a km 0 e venduti direttamente all’enoteca del castello, dove è possibile fare anche degustazioni a scelta da 3, 5 o 7 vini sotto l’esperta guida di Lamprecht Florian e Alex Andres, al fianco di una raffinata scelta di prodotti gastronomici locali quali il Kaiserspeck, lo Schüttelbrot, l’olio di oliva extra-vergine ottenuto con spremitura a freddo e il rinomato aceto balsamico.

Ma la vera ciliegina sulla torta, insieme ai vini, è il museo del vino che ogni settimana permette a visitatori di tutta Italia (e non solo) di ripercorrere l’evoluzione e le storia vinicola dell’intera struttura e dell’enologia più in generale. È possibile, al contempo, visitare anche le due cantine, immergendosi tra antiche bottiglie di inizio ‘900 con la possibilità di ritrovare e acquistare anche il vino del proprio anno di nascita: prima la “cantina grande”, edificata nel XVIII secolo e costruita completamente in pietra, con le sue botti in rovere ordinatamente allineate e illuminate adeguatamente; poi la “cantina piccola”, risalente addirittura al XII secolo, nella quale maturano i pregiati vini in barrique. Senza dimenticare infine il museo dello speck, un omaggio a un altro simbolo di tutta la regione.

Un’ancora, questa, che lega indissolubilmente al passato: gli odierni proprietari di “Castello Rametz”, Schmid Karl e Germana Seyr, non hanno infatti voluto dimenticare la lunga tradizione di questo autentico e raro pezzo di storia di tutto l’Alto Adige, mantenendo un filo diretto tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà. È proprio questo, forse, il segreto della magia dei dieci ettari di vigneto che circondano le suggestive e imponenti mura del castello per un’esperienza senza tempo e senza spazio che accontenta tutti e cinque i sensi. Ovviamente, anche grazie ai piatti tipici del ristorante “Al Castello Rametz” nell’accogliente ospitalità della stube tirolese.

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Rubrica The Drinking Tourist

Viaggiare bevendo, bere viaggiando. Perché un cocktail ha il mondo dentro… e va degustato! The Drinking Tourist è un viaggio senza bandiere tra craft beer, vini e drink all’avanguardia. Un percorso infinito alla scoperta delle realtà alcoliche più rivoluzionarie e interessanti del panorama italiano e internazionale. Di Paese in Paese, di continente in continente, ma in ogni caso sempre con un bicchiere ben stretto in mano.
Articoli del nostro giornalista Giacomo Iacobellis

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